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Shein: « Derrière les t

May 20, 2023

Il brand cinese Shein è diventato in pochi anni un colosso del “fast fashion”. Niente sembra resistere alla sua ascesa. Ma dietro le magliette da 2 euro o i vestiti da 9 euro si nasconde un sistema operativo di rara violenza.

Secondo un'indagine della ONG Public Eye, i lavoratori che producono per Shein – lavoratori che provengono dalle province più povere della Cina – lavorano dodici ore al giorno, con un solo giorno libero al mese. Il più delle volte senza contratto di lavoro e senza assicurazione.

Un documentario del canale britannico Channel 4 ci ha portato un po' più a fondo nel sistema Shein, in due fabbriche del marchio. Le riprese nascoste delle telecamere mostrano dipendenti esausti che lavorano 18 ore al giorno.

Un’indagine di Bloomberg – che ha fatto analizzare il tessuto Shein da un laboratorio tedesco – rivela che Shein utilizza cotone proveniente dalla regione uigura, una regione dove almeno mezzo milione di uiguri sono detenuti e sfruttati per la coltivazione del cotone.

I prezzi bassissimi per il consumatore hanno quindi un costo: questo costo sono i lavoratori che lo pagano dall’altra parte del mondo, è quello del dispendio energetico necessario per produrre milioni di vestiti considerati usa e getta, potenzialmente tossici per la salute e per l’ambiente. ecosistemi in cui finiscono.

Questi prezzi bassissimi hanno un costo anche per le imprese francesi ed europee che chiudono una dopo l'altra di fronte al colosso Shein i cui prezzi bassissimi sono pratiche sleali. Queste pratiche sleali continuano grazie alle bugie permanenti dell'azienda sulle sue promozioni: sono false e non rispettano la legislazione francese.

Bugie su promozioni, mancato rispetto dei diritti sociali, condizioni di lavoro dannose, standard di sicurezza precari, ritmi infernali, esposizione delle catene di produzione al lavoro forzato, rinnovamento dell'offerta a ritmi frenetici, strategia di comunicazione aggressiva che spinge freneticamente al consumo eccessivo, estorsione di dati personali , “spamming” sui social network che prende di mira soprattutto i più giovani: Shein spinge al limite le logiche più dannose del “fast fashion”.

Shein è il simbolo più potente della cultura dell’impunità che da tempo domina il commercio globale: l’azienda si nasconde dietro i suoi subappaltatori per screditarsi e non pubblica informazioni sulla sua catena di fornitura.

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